Può sembrare un paradosso ma col progredire dell’intelligenza artificiale e dei robot con sembianze umane o androidi aumenteranno le distinzioni  “etnico-culturali” dei robot, nascerà un nuova disciplina a metà tra quelle umanistiche e quelle scientifiche: l’etnorobotica.

L’uniformità meccano-tecnologica universale in realtà non esiste perché non esiste un universale visione della realtà per le innate differenze etnico-culturali che permangono, si fondono , si creano di continuo nel Mondo.

Inoltre esistono ed esisteranno sempre due livelli di interpretazione della realtà.

L’interpretazione della realtà comunemente accettata e quella tecnicamente vera ma non accettata come tale dalla stragrande maggioranza della popolazione.

Un esempio della dicotomia tra le due realtà , collegato con la robotica, è dato da un gustoso frutto, la fragola.

Nessuna persona che non si deve preparare ad un esame di botanica inserirà le fragole nella frutta secca.

Eppure è così, la fragola è una “frutta secca” come lo sono le noci (anche quelle fresche, non solo quelle che spacchiamo con lo schiaccianoci)

Infatti  nel linguaggio comune quello che noi chiamiamo frutto della fragola in realtà non è un frutto ma il ricettacolo ingrossato di un’infiorescenza. I frutti veri e propri sono i cosiddetti acheni ossia i semini gialli, e secchi, che si vedono sulla superficie della fragola.

Anche il frutto della pera e della mela è un “falso frutto” perché il frutto vero e proprio è il torsolo che buttiamo quello che mangiamo è il ricettacolo.

Il frutto del pomodoro in Europa ha dovuto attendere secoli per essere usato come alimento, prima considerata solo parte di una pianta ornamentale, e non come frutto ma come una verdura.

Vi sono poi della “realtà” che non “vogliamo” vedere, se diversa da quella mitizzata come unica vera realtà.

Accade, ad esempio, per la tragica morte di Giorgiana Masi e l’impossibilità da parte del particolare ambiente etnico-storico-culturale che si è sviluppato in Italia a partire dagli anni ’70 del secolo scorso di accettare una realtà diversa dall’assassinio da parte di “squadre” speciali della Polizia di “Kossiga”.

Non viene accettata l’idea che possa trattarsi di un omicidio colposo da parte del fidanzato o di altro manifestante che correva a pochi passi da lei armato e che tragica fatalità è inciampato ed ha fatto partire il colpo mortale. Qui ho scritto sulla mia esperienza personale al riguardo

Giorgiana Masi: 40anni di omertà degli ex studenti del ’77 sul suo assassinio ?

e qui quello che ho detto alla presentazione del libro su di lei: Presentazione del libro “Giorgiana Masi. Indagine su un mistero italiano” di Concetto Vecchio

Chi osa prospettare una verità diversa viene deriso ed accusato di voler “infangare la memoria di Georgina Masi” come se cercare la verità sul suo assassinio significasse infangare la sua memoria.

L’impossibilità di accettare una verità diversa dall’Assassinio di Stato, soprattutto se dovesse emergere la “banalità” assurda di un omicidio colposo, sembra essere un punto fermo irrinunciabile anche per il Partito Radicale che pure si pone come argine contro ogni fondamentalismo e preconcetto.

Verità storico-etnico-culturali che possono comportare difficoltà nell’ideazione e produzione di androidi per una oggettiva difficoltà di dare loro una intelligenza artificiale coerente con la “verità” in vigore in quella determinata realtà geografica e storica.

Queste oggettive difficoltà saranno anche la nostra salvezza come esseri umani dalla Dittatura delle Macchine.

Infatti col progredire dell’intelligenza artificiale  e della robotica un’inquietante preoccupazione si comincia ad insinuare nella mente di tanti: il timore un domani di vedere l’Umanità soggiogata dalla Dittatura delle Macchine.

Macchine che col tempo avranno imparato ad agire nella maniera più corretta, più “ecologicamente sostenibile”, più ergonometrica possibile.

Ebbene non è così non esistendo infatti una “realtà” universalmente percepita come tale da tutti gli esseri umani non esisterà mai nemmeno una perfezione meccanica capace di sottomettere l’Umanità.

Giovanni Papperini