Il dare o meno la precedenza agli incroci è, quasi mai, legato al desiderio di guadagnare qualche secondo nell’arrivare alla meta quanto nel  desiderio di imporre il proprio volere sugli altri. Come una sorta di desiderio di dominazione-sottomissione di natura erotico-sessuale bdsm.

Le regole sulla precedenza spesso non vengono rispettate (ad esempio in caso di mancata precedenza agli incroci) nella erronea percezione che la strada che si sta percorrendo in quel momento sia quella più importante in assoluto perché è la “propria” strada!

Qualcosa di simile avveniva all’ingresso dei ponti nel Medioevo.

I cavalieri spesso ingaggiavano un duello per  la precedenza nel passaggio di un ponte.

Duello che avrebbe certamente fatto perdere più tempo rispetto ad un accordo amichevole, ma vuoi mettere la soddisfazione di disarcionare l’avversario e passare per primo?

La differenza odierna con l’antico duello è che oggi il “duello” avviene sempre ma invece di prevalere con la forza del cavallo e della lancia lo “scontro” avviene tra due auto. Inoltre non è razionalmente voluto ma lo è inconsciamente.

Scontro il cui esito è dato da molti fattori: potenza dell’auto, sua grandezza e robustezza (come l’armatura medievale a protezione del cavaliere e del cavallo).

 

L’abilità del (cavaliere) automobilista nell’uscire il più possibile indenne dallo scontro anche tramite manovre estreme da film di 007.

E’ evidente che un sistema di guida autonoma non soggetto alla “psicologia dello scontro” tipica degli essere umani, in particolare quando sono in condizioni di stress, causerebbe molti meno incidenti agli incroci e non solo. Considerando che è stato calcolato che l’80% degli incidenti è causato dall’uomo.

Verrebbe meno il fattore inconscio della pretesa di precedenza su tutti gli altri. Le macchine seguirebbero le regole della precedenza del codice della strada.

Giovanni Papperini