Abituati come siamo a sentir parlare fin da bambini di Italia, Grecia, Germania, ecc li consideriamo come entità perenni. Punti di riferimento immodificabili. Il Greco è un Greco per sempre, come lo è l’Italiano, il Tedesco o il Belga.
Non è così! Le nazioni sono delle convenzioni tra esseri umani che ad un certo punto della loro storia sentono il desiderio di unirsi in entità territoriali per affinità storiche, linguistiche e culturali. Non sono, più, gabbie territoriali dove i servi della gleba erano costretti nel Medioevo dalla forza delle armi dei vari signorotti “per grazia divina”.
Gli statuti, le Costituzioni degli stati sono posteriori alle convenzioni originarie di Patria e servono a dare una struttura giuridico-istituzionale alla nascente nazione ed ad un inserimento formale nel contesto internazionale degli stati, ma sono formalità la sostanza rimane la convenzione originaria. Se questa di sfalda, viene meno, dello Stato resta soltanto una spettrale costruzione nel nulla. Come la diga del Vajont dopo la frana del Monte Toc che ha provocato una spaventosa valanga distruttrice.
Perchè i Greci dovrebbero morire di fame se viene a mancare la convenzione originaria di Patria?
Già gli armatori greci stanno pensando all’opportunità di ammainare la bandiera greca per far diventare le loro navi territorio cipriota. Si veda su questo argomento un articolo su Il Sole 24-ore.
Ai confini nord della Grecia la Repubblica di Macedonia con capitale Skopje è pronta a trarre ogni possibile beneficio dal disastro greco e dai contrasti del suo governo con la UE. Sia in termini di rivendicazioni territoriali, sia di riconoscimento internazionale del nome Macedonia, senza la specificazione di Alta Macedonia per distinguerli dalla omonima regione greca della Macedonia.
Gli expat stranieri in Grecia sono sempre più tentati ad andarsene, vedi articolo su Il Fatto Quotidiano, mentre gli expat greci all’estero preferiscono, per il momento, restare dove sono.
Forse qualche abitante del Dodecaneso impoverito starà riflettendo su quando Rodi godeva negli anni ’30 del secolo scorso di un suo periodo aureo sotto Mario Lago, un governatore italiano illuminato. Si veda il libro di Luca Pignataro : “Il Dodecaneso italiano 1912-1947” ed anche: “Italiani, buoni invasori: la Grecia ci rivaluta”
Purtroppo i governanti populisti e ipernazionalisti tendono a reagire a segnali di sfaldamento della convenzione originaria di Patria non cercando di ricostruirla nuovamente, ma imponendo misure repressive, tipo il controllo dei capitali in uscita, misure di esproprio e di nazionalizzazione. Sono inoltre tentati ad aumentare in maniera esponenziale le spese militari, per prevenire e contrastare spinte irredentiste straniere ai confini e spinte secessionistiche interne. L’aumento delle spese militari in un momento di estrema debolezza delle casse statali non può che portare al default.
In Grecia il governo è sì di sinistra, in genere per natura antimilitarista, ma alleato di un partito di estrema destra populista, al quale, chissà perché?, è stato affidato proprio il ministero della difesa/guerra retto dal leader del partito ANEL, Panos Kammenos.

Giovanni Papperini